
SURPRISE CHEF: IL NUOVO ALBUM DELLA BAND AUSTRALIANA, UN OMAGGIO ALLA GOLDEN ERA DELLE COLONNE SONORE FUNK
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02/11/2020 | dl
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Anticipato dal singolo 'Deadlines' e nuovo ingresso direttamente al #2 della Official Charts inglese Jazz & Blues della scorsa settimana, 'Daylight Savings' è il follow up del debutto 'All News Is Good News' (Mr Bongo, 2019), un lavoro che aveva già fatto conquistare al quartetto australiano gli onori della critica in tutto il mondo e segnato trionfalmente il loro arrivo sulla scena internazionale. Questo secondo album è stato registrato nella primavera del 2019, in un fine settimana in cui da quelle parti scattava l'ora legale e lo studio si riempiva dell'odore del gigantesco cespuglio di gelsomino presente sul muro esterno della casa.
L'approccio alla produzione di 'Daylight Savings' rappresenta un grande passo avanti rispetto al loro debutto. L'ingegnere del suono Henry Jenkins ha creato per loro uno spazio sonoro enorme, utilizzando tecniche di registrazione analogiche che emulano l'imponenza tipica dei dischi Capitol della fine dei '60.
Composto in parti uguali da tutta la band, questo nuovo album espande quella dimensione jazz funk appena accennata nel disco di debutto, con più risalto verso la sezione ritmica. C'è la drammaticità, gli alti e bassi di una produzione cinematografica di David Axelrod o Alain Goraguer, oltre all'influenza di El Michels Affair e delle band di Melbourne Karate Boogaloo e The Putbacks, ma ha anche un sound molto personale, tipico dei Surprise Chef. Ovvero quella strana sensazione di avere una musicalità 'contemporanea' da un lato e dall'altro quello di una band che prima o poi sarà campionata da altri produttori più giovani.
L'approccio alla produzione di 'Daylight Savings' rappresenta un grande passo avanti rispetto al loro debutto. L'ingegnere del suono Henry Jenkins ha creato per loro uno spazio sonoro enorme, utilizzando tecniche di registrazione analogiche che emulano l'imponenza tipica dei dischi Capitol della fine dei '60.
Composto in parti uguali da tutta la band, questo nuovo album espande quella dimensione jazz funk appena accennata nel disco di debutto, con più risalto verso la sezione ritmica. C'è la drammaticità, gli alti e bassi di una produzione cinematografica di David Axelrod o Alain Goraguer, oltre all'influenza di El Michels Affair e delle band di Melbourne Karate Boogaloo e The Putbacks, ma ha anche un sound molto personale, tipico dei Surprise Chef. Ovvero quella strana sensazione di avere una musicalità 'contemporanea' da un lato e dall'altro quello di una band che prima o poi sarà campionata da altri produttori più giovani.
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