Intervista a Max Deste, autore dell’opera “Lasciare andare”.
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18/07/2024 | Bookpress
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Max Deste è uno scrittore e cantautore svizzero; vive nel Canton Ticino, dove è insegnante di scuola media e istruttore di meditazione. Pubblica la raccolta poetica “Chiarori in una notte senza stelle” (2006), la trilogia teatrale per ragazzi “Le metamorfosi” (2011), tre romanzi di narrativa contemporanea “Show Surprise” (2013), “Segui il tuo respiro” (2017) e “Il desiderio di cadere” (2022) e il romanzo in versi “Lasciare andare” (2024). Dopo numerose produzioni musicali indie, pubblica tre album da solista: “Ok Silenzio” (2018), “Antidoto 21” (2021) e “Omaggio al poeta” (2023).
«Nella tua ultima opera hai deciso di sperimentare presentando un diario poetico in versi endecasillabi, una metrica che fa dell'essenzialità e del rigore i suoi punti di forza. Per il protagonista del romanzo, il quale scrive lui stesso un'opera in versi endecasillabi, è il modo con cui cerca di dare ordine al caos della sua esistenza. Per quanto riguarda la tua esperienza, invece, quali motivi ti hanno spinto a utilizzare questa particolare forma poetica per raccontare la tua storia?»
Sentivo il bisogno di accendere i riflettori sulla figura del poeta, e più in generale della poesia. La magia delle parole e la magia del ritmo ci aiutano ad elevarci e a guarire dal male di vivere, in un periodo storico in cui non si parla altro che di intelligenza artificiale, algoritmi, eccetera. Ho però mantenuto la dimensione narrativa. Anche qui racconto una storia, che inizia in un passato non troppo remoto (ultima parte del Novecento) e finisce nel nostro presente, molto complicato e contorto da rappresentare.
«Come descriveresti il tuo protagonista? Che visione del mondo porta con sé?»
Il protagonista è un ragazzo che entra nell'età dell'adolescenza confrontandosi non solo con i suoi ormoni, ma soprattutto con la perdita della madre. La sua visione del mondo è legata alla sua parabola. Non c'è infatti un discorso programmatico. Con i fatti mostra che cadere fa parte dell'esistenza di ogni uomo, così come rialzarsi è nelle sue facoltà intrinseche. Così lui cade e si rialza, impara a lasciare andare per non lasciarsi andare. Direi quindi una visione in cui l'uomo ne esce in tutta la sua forza. E di questi tempi, in cui la parola chiave per descrivere i ragazzi è “fragilità”, mi sembra un messaggio estremamente positivo.
«Nel testo emergono molte tematiche importanti, tra le quali il disagio giovanile: il protagonista, che tu segui durante l'arco della sua esistenza, sin da piccolo si trova a subire lutti, dolori e atti di bullismo, ed è solo grazie alla poesia e alla lettura che riesce a restare a galla. Quali sono gli altri temi trattati nell'opera?»
La difficoltà di essere genitori e di mantenere un rapporto sentimentale. La difficoltà di trovare un lavoro che ci soddisfi e che non ci faccia sentire schiavi. La difficoltà di accettare il tempo che passa. La gelosia distruttiva. Infine, la timidezza e la misantropia.
«Sei un musicista oltre che scrittore, con all'attivo diverse produzioni; “Lasciare andare” è stato anticipato da un album musicale dal titolo “Omaggio al poeta”, che è a tutti gli effetti la colonna sonora del libro. Vuoi darci qualche informazione su questo progetto che intreccia letteratura e musica? Proporrai dei reading con esibizioni dal vivo per promuoverlo?»
Durante la scrittura del romanzo, ho scritto delle poesie legate alle emozioni del protagonista. Infine, al termine del libro, le ho messe in musica. Ho pensato che avesse un senso proporre la storia con la sua colonna sonora. Ho già proposto alcuni reading. Soprattutto, dal mese di agosto “Lasciare andare” sarà messo in scena a teatro da Emanuele Santoro, insieme alle musiche di “Omaggio al poeta”. Mi piace l'idea di contaminazione artistica.
«Vorresti condividere con noi una citazione dalla tua opera che ti sta particolarmente a cuore, motivando il perché della tua scelta?»
“Ero un po' spazzino e un po' poeta”. Questo verso esprime in modo a mio avviso molto profondo la mia poetica. Per fare crescere dei fiori colorati, abbiamo bisogno del letame.
«Dopo romanzi, testi teatrali e opere poetiche, cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro di scrittore? C'è un genere letterario in particolare che attira la tua curiosità?»
Pratico la meditazione buddista da oltre tre decenni. Tutto quello che ho scritto fino ad oggi è stato profondamente influenzato da questa disciplina. Immagino che prima o poi arrivi il momento di raccontare in modo più esplicito e funzionale questa mia dimensione. Potrebbe essere un saggio, o, meglio, un romanzo spirituale.
Contatti
https://www.instagram.com/maxdestemusic/
https://www.facebook.com/maxdestefanis
https://www.tiktok.com/@maxdeste
https://open.spotify.com/artist/6EFyzAq4QixzQOAUnV1E9P?si=iShoY04mToqWrWTn55cRSw
Link di vendita online
https://www.gruppoalbatros.com/prodotti/lasciare-andare-max-deste/
https://www.amazon.it/Lasciare-andare-Max-Deste/dp/8830693111
«Nella tua ultima opera hai deciso di sperimentare presentando un diario poetico in versi endecasillabi, una metrica che fa dell'essenzialità e del rigore i suoi punti di forza. Per il protagonista del romanzo, il quale scrive lui stesso un'opera in versi endecasillabi, è il modo con cui cerca di dare ordine al caos della sua esistenza. Per quanto riguarda la tua esperienza, invece, quali motivi ti hanno spinto a utilizzare questa particolare forma poetica per raccontare la tua storia?»
Sentivo il bisogno di accendere i riflettori sulla figura del poeta, e più in generale della poesia. La magia delle parole e la magia del ritmo ci aiutano ad elevarci e a guarire dal male di vivere, in un periodo storico in cui non si parla altro che di intelligenza artificiale, algoritmi, eccetera. Ho però mantenuto la dimensione narrativa. Anche qui racconto una storia, che inizia in un passato non troppo remoto (ultima parte del Novecento) e finisce nel nostro presente, molto complicato e contorto da rappresentare.
«Come descriveresti il tuo protagonista? Che visione del mondo porta con sé?»
Il protagonista è un ragazzo che entra nell'età dell'adolescenza confrontandosi non solo con i suoi ormoni, ma soprattutto con la perdita della madre. La sua visione del mondo è legata alla sua parabola. Non c'è infatti un discorso programmatico. Con i fatti mostra che cadere fa parte dell'esistenza di ogni uomo, così come rialzarsi è nelle sue facoltà intrinseche. Così lui cade e si rialza, impara a lasciare andare per non lasciarsi andare. Direi quindi una visione in cui l'uomo ne esce in tutta la sua forza. E di questi tempi, in cui la parola chiave per descrivere i ragazzi è “fragilità”, mi sembra un messaggio estremamente positivo.
«Nel testo emergono molte tematiche importanti, tra le quali il disagio giovanile: il protagonista, che tu segui durante l'arco della sua esistenza, sin da piccolo si trova a subire lutti, dolori e atti di bullismo, ed è solo grazie alla poesia e alla lettura che riesce a restare a galla. Quali sono gli altri temi trattati nell'opera?»
La difficoltà di essere genitori e di mantenere un rapporto sentimentale. La difficoltà di trovare un lavoro che ci soddisfi e che non ci faccia sentire schiavi. La difficoltà di accettare il tempo che passa. La gelosia distruttiva. Infine, la timidezza e la misantropia.
«Sei un musicista oltre che scrittore, con all'attivo diverse produzioni; “Lasciare andare” è stato anticipato da un album musicale dal titolo “Omaggio al poeta”, che è a tutti gli effetti la colonna sonora del libro. Vuoi darci qualche informazione su questo progetto che intreccia letteratura e musica? Proporrai dei reading con esibizioni dal vivo per promuoverlo?»
Durante la scrittura del romanzo, ho scritto delle poesie legate alle emozioni del protagonista. Infine, al termine del libro, le ho messe in musica. Ho pensato che avesse un senso proporre la storia con la sua colonna sonora. Ho già proposto alcuni reading. Soprattutto, dal mese di agosto “Lasciare andare” sarà messo in scena a teatro da Emanuele Santoro, insieme alle musiche di “Omaggio al poeta”. Mi piace l'idea di contaminazione artistica.
«Vorresti condividere con noi una citazione dalla tua opera che ti sta particolarmente a cuore, motivando il perché della tua scelta?»
“Ero un po' spazzino e un po' poeta”. Questo verso esprime in modo a mio avviso molto profondo la mia poetica. Per fare crescere dei fiori colorati, abbiamo bisogno del letame.
«Dopo romanzi, testi teatrali e opere poetiche, cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro di scrittore? C'è un genere letterario in particolare che attira la tua curiosità?»
Pratico la meditazione buddista da oltre tre decenni. Tutto quello che ho scritto fino ad oggi è stato profondamente influenzato da questa disciplina. Immagino che prima o poi arrivi il momento di raccontare in modo più esplicito e funzionale questa mia dimensione. Potrebbe essere un saggio, o, meglio, un romanzo spirituale.
Contatti
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