QUATTRO DANESI IN ITALIA:I MEW DA COPENAGHEN AL TUNNEL DI MILANO.

QUATTRO DANESI IN ITALIA:I MEW DA COPENAGHEN AL TUNNEL DI MILANO.

Space Rock. Non vi è termine più adatto per descrivere questa serata.
Ieri sera noi di "NightGuide" siamo stati al Tunnel di Milano per assistere all'unica data italiana dei Mew.
Concerto che, anche se con qualche intoppo(prima il cambio di location dai Magazzini Generali al Tunnel, poi la cancellazione dell'esibizione della band di supporto), è atteso da molti.
I Mew sono una delle band rock più conosciute in Danimarca e non solo; grazie ai loro ritmi incalzanti,ai tecnicismi ineccepibili e alle loro predominanti tastiere possiamo collocare la band tra il rock alternativo, il dream pop, l'indie e lo space rock.
Il loro successo arriva con "Frengers", il terzo album ma ciò che corona il tutto è il tour europeo come band di supporto ai R.E.M.
I quattro rockettari danesi Jonas, Bo, Silas e Johan con il loro turnista alle tastiere entrano in scena pochi minuti dopo le 22 avvolti dal buio più totale e dalle urla dei fan.
Ecco che i riflettori si accendono improvvisamente su Silas, alla batteria, mentre pian piano tutti gli altri membri della band prendono il loro posto sul palco.
L'apertura del concerto è affidata alle nuove di pacca "Witness" e "Satellites"; è proprio su quest'ultima che i giochi di luce alle spalle del gruppo danno scena ad un meraviglioso spettacolo per gli occhi. 
Ciò non vuol dire che le orecchie non abbiamo la loro parte; i quattro, che auto definiscono la loro musica "pretentious art rock"(pretenzioso, superbo art rock), non ci fanno passare neanche un momento senza i loro rimbombanti bassi, la voce acuta di Jonas e i loro suoni puliti ma altrettanto potenti. 
Pian piano ripercorriamo i loro sei album attraverso la follia di titoli e testi. Basti pensare infatti agli ultimi due album, distanziati di sei anni l'uno dall'altro e da ben 89 parole di differenza; il penultimo "No More Stories Are Told Today, I'm Sorry They Washed Away // No More Stories, The World Is Grey, I'm Tired, Let's Wash Away" e l'ultimo "+ -".
Lo show, seppur intimo è un live sentito e vissuto; il pubblico è in delirio su "156" e via via su "Apocalypso" con la sua predominante chitarra di Bo.
Il concerto si conclude con "Comforting Sounds" ed anche noi, come Jonas "I don't feel alright, in spite of these comforting sounds".
Suoni che ci rimbombano nella testa e che ancora il giorno dopo questo live ci fanno sentire vivi. 
 
Testo di Daniele Spread
Foto di Guenda Casuccio

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