Bettarini smonta Simona

Bettarini smonta Simona


“DI BELLEZZA NON MI HA MAI ATTRATTO, MA DA QUANDO STA CON ME SI È RIFINITA. HA UN PO' PIÙ DI CLASSE. PRIMA ERA UN UN PO' ROZZETTA, PIÙ "DI CHIVASSO"...”
«Siamo la coppia più in carriera d'Italia. Io conduco il Festival di Sanremo, mio marito Stefano Bettarini è stato convocato in Nazionale. Lavoriamo come pazzi per non avere rimpianti». Tempo per i doveri coniugali? «Non abbiamo l'ossessione di timbrare il cartellino settimanale», così Simona Ventura aveva detto a Vanity Fair la settimana scorsa. Ora la palla passa al consorte. Uno tanto in carriera da aver giocato la sua prima partita in maglia azzurra gravemente infortunato alla mano e con tre punti di sutura alla caviglia pur di esserci. Abitano lei a Milano, lui a Genova (gioca nella Sampdoria). Lui è in predicato per l'Europeo. Si vedono una volta la settimana. Ultimamente anche meno.
Sua moglie ha detto: «Tutte le settimane non ce la faremmo». Conferma?
«Veramente, l'ossessione di "timbrare il cartellino" non l'avevamo neanche i primi tempi. Per me, se il sesso c'è, va bene. Se non c'è, va bene lo stesso».
Spero sia reciproco.
«Simona è talmente presa che non se lo godrebbe neanche. In estate, sotto quell'aspetto lì, cambia da così a così. Stacca la spina. E credo che potrà dire la stessa cosa di me. Io, per esempio, dopo la partita sono stanco. E prima di giocare non faccio sesso per giorni».
Sulla necessità di astenersi i calciatori hanno due scuole di pensiero.
«Infatti. Certi lo fanno anche il sabato. Io il mercoledì chiudo i battenti».
Mercoledì è un "giorno sì" o un "giorno no"?
«Mercoledì si può fare. Giovedì, venerdì, sabato no. Domenica torno a Milano ma sono stanco. Sono abituato così. Se trasgredissi, sentirei che ho straviziato e non potrei neanche scendere in campo».
Sua moglie si definisce «una donna normale». Il giornalista sportivo Gianni Brera diceva: «Gli uomini sposano le donne normali. I calciatori corrono dietro le belle gnocche». Lei ha scelto la donna normale o la bella gnocca?
«La bella gnocca non direi proprio. Quando ci hanno presentato mi piaceva zero».
Ora avrà cambiato idea.
«A me piacciono more, lei è bionda. E sono per il tipo mediterraneo. La nostra storia non è nata sull'aspetto fisico. Non ho mai provato un'attrazione da dire: "Questa proprio mi stuzzica...". Zero».
E quindi?
«Al primo appuntamento le ho dato buca. E forse lei è stata colpita proprio da questo. Al suo assistente diceva: "Ma questo chi si crede di essere? Quando io presentavo la Domenica Sportiva, manco giocava ancora"».
Infatti lei è più giovane di sette anni.
«Sì, la prima volta che andai a casa di Simona, con le brioche per la colazione, la colf mi scambiò per il ragazzo del bar».
Se non le piaceva, come arrivò alle brioche?
«Ci rincontrammo per caso, in Sardegna. Lei rimase folgorata, io indifferente. Poi ho cominciato a conoscerla e mi ha preso di testa. Abbiamo gli stessi valori. Di bellezza non mi ha mai attratto, ma da quando sta con me si è rifinita. Ha un po' più di classe. Prima era un un po' rozzetta, più "di Chivasso"».
Non dirà che l'ha migliorata lei?
«Questo no. Le persone migliorano insieme. Lei ha migliorato me nei rapporti. Io di diplomazia ne ho zero».
Vedo.
«lo, per esempio, coi giornalisti ho un pessimo rapporto perché mi hanno sempre giudicato più come marito di Simona Ventura che come professionista. Se mi danno un voto, è sempre più basso di quello che merito. Magari il giornalista ti massacra perché ti vede bello e ricco. Pure bravo è troppo».
Ha giocato in Nazionale e hanno scritto che l'ha raccomandata sua moglie.
«Ho sempre creduto che la convocazione sarebbe arrivata. Se ci sono giunto tardi, ha pesato la mia vita privata. Nel calcio, tanti sono prevenuti. All'inizio ero solo io che sfilavo e posavo per le pubblicità. Prima, se un calciatore faceva uno spot, dicevano che si distraeva e non rendeva in campo. Di me, se giocavo bene, dicevano: "Sì, però, è il marito della Ventura". Ora va meglio».
Però quando a fine gennaio la voleva il Valencia, un quotidiano sportivo ha titolato «Mr. Ventura al Valencia».
«Sì, ma è colpa dei giornali spagnoli: scrivevano che lei mi ha vietato di andare».
Invece?
«L'offerta mi allettava. Il Valencia è secondo in classifica, gioca in Uefa e l'anno prossimo sarà in Champions League. Senza contare l'aspetto economico: mi facevano tre anni di contratto con un ingaggio annuo, due miliardi e mezzo di lire, che in Italia un difensore se lo sogna. A 32 anni, poi... Però non potevo mollare la Samp a tre mesi dalla fine del campionato. È questione di rispetto».
Pentimenti?
«Il Valencia non ha preso nessun altro. Magari a giugno torna alla carica».
Magari è la volta buona che guadagna più di sua moglie.
«Ma io già adesso guadagno più di lei! Sarei andato a guadagnare molto più di lei. Tanti fanno confusione perché le cifre che circolano nel calcio sono al netto, nello spettacolo al lordo. Molti hanno malignato anche su questo».
La carriera vi è costata parecchio?
«Sicuramente. Siamo partiti otto anni fa: lei divideva 60 metri quadrati a Roma con una signora e mangiava un panino al giorno. Il mio primo stipendio era due milioni di lire al mese. Veniamo tutti e due dal basso, quindi sappiamo apprezzare meglio tutto».
Vi siete sostenuti a vicenda.
«Nel calcio è importantissimo avere accanto una persona che conosce il mio lavoro e ti dà equilibrio. Senza equilibrio non puoi giocare ad alti livelli. Una donna deve capire che non puoi uscire la sera, che non puoi concederti stravizi. Che se non fai una vita da atleta, non rendi».
Sua moglie ha una santa pazienza.
«Se ami una persona la accetti. A Simona non pesa. Forse perché anche lei ha raggiunto l'equilibrio: la famiglia, i bambini».
Simona ha detto: «Abbiamo fatto tutti e due rinunce pesanti per la carriera». Le sue quali sono?
«Quelle di vedersi poco. Io e mia moglie ci vediamo una volta la settimana. Ci scherziamo su: se ci vedessimo tutti i giorni forse litigheremmo e non ci sopporteremmo».
In vacanza, un mese intero, come va?
«Benissimo. Forse ci vediamo talmente poco durante l'anno che un mese resistiamo. Poi sono 28 giorni, non 30».
Chi dei due ha fatto più rinunce?
«Credo io. I bambini li ha sempre lei. Io li vedo il lunedì e una manciata di ore la domenica sera e il martedì mattina. Però è lei che se ne prende gli oneri: li porta a scuola, li segue. Pensa a tutto Simona. Non mi fa pesare niente. Se dovessi o potessi farlo io, il mio lavoro ne risentirebbe. Un calciatore deve stare molto concentrato».
Non ha mai pensato che forse si è sposato troppo giovane?
«A volte. Ma noi calciatori siamo portati a sposarci presto. Vogliamo che la persona che ci ama ci stia vicino. Cosa che a me non è mai successa. Quindi sono sposato tra virgolette».
In tutto ciò, che dice della gelosia?
«Tutti sparlano. Intanto, noi stiamo insieme da otto anni».
Mai pensato che potrebbe uscire con una letterina-velina a sera?
«Ho sempre mirato più in alto».
Tentazioni?
«Tutti i giorni. Però non mi darebbero niente. Giro la testa dall'altra parte».
Ne ha più lei o sua moglie?
«Non credo esistano tanti letterini o velini, e Simona è di gusti difficili».
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