Nightguide intervista Axel Flovent

Nightguide intervista Axel Flovent


Axel Flòvent viene da un piccolo villaggio islandese, Husavik, ed è praticamente cresciuto circondato dalla musica: padre e fratello musicisti, e tante influenze dalla natura intorno. Il suo folk, macchiato di indie e pop, non passa sicuramente inosservato: il primo EP si chiama Forest Fires, il secondo è City Dream, e adesso ha qualcosa di nuovo che bolle in pentola. Ne abbiamo parlato con lui.





Hai detto che sei affascinato dalle città, e ora che ti sei spostato da Husavik a Amsterdam la tua fascinazione è ancora presente? Influenza il tuo modo di scrivere?
Si, la fascinazione esiste ancora, ma immagino sia un po' diverso ora perché prima vivevo in un bellissimo piccolo villaggio, dove le stesse persone fanno le stesse cose in modo circolare e confortevole ogni anno. Vivere in un ambiente simile ti fa sentire come se vivessi lo stesso giorno tutto l'anno. Sognavo di andare a vivere in una città, perché sentivo che sarebbe stato il mio ambiente ideale, e Amsterdam è solo il primo passo. La fascinazione mi ha trascinato qui e influenza parecchio il mio modo di scrivere perché, con la velocità della città, tutto si muove più velocemente e c'è una nuova avventura ogni giorno.


La musica è sempre stata parte della tua famiglia, da tuo padre a tuo fratello: qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Immagino che il ricordo più vecchio sia essere nella taverna della nostra vecchia casa, avevo 3 o 4 anni. Ricordo tutte le chitarre di mio padre appese al muro, e lui che suona i suoi assoli mentre io sto seduto su una comoda poltrona verde. Ora, il ricordo non è così nitido, ma se dovessi indovinare uno scenario sarebbe la taverna, e conoscendo mio padre probabilmente mi ha fatto ascoltare un bel po' dei suoi assoli. E mi ricordo la poltrona!


E cosa ti ha fatto capire che potevi fare musica anche tu?
Credo di aver iniziato così presto da non rendermene conto, ho iniziato q 10 anni, quando sono andato a stare in Danimarca, e tutto si è evoluto da spazzatura a qualcosa che alla gente è iniziato a piacere.


Il tuo primo EP si chiama Forest Fires, ora hai fatto uscire City dream: sei davvero inspirato dall'ambiente che ti circonda o è solo un'impressione?
Certo, è sempre un'impressione: di solito uso l'ambiente per creare l'ambientazione della storia che sto raccontando nella canzone.


Il tuo paese natale ti manca mai, da un punto di vista compositivo? L'atmosfera dev'essere piuttosto diversa da Amsterdam.
Si, a volte mi manca davvero, ma non sento che sia qualcosa a cui non potrò mai tornare perché sono motivato dal cambiamento, dallo spostarsi continuamente da un posto all'altro.


Puoi dirci qualcosa sull'album/EP che uscirà nel 2018?
(ride) No, non credo. A questo punto sto semplicemente scrivendo più musica che posso, ho qualche bel pezzo nel cassetto che mi rende davvero soddisfatto, ma non credo che il materiale sia già pronto a diventare un disco. Comunque molto presto potrò fare qualche piano più concreto per il 2018.


Suonerai in Germania e Danimarca. Come ti fa sentire, e stai organizzando altre date in altri paesi?
Amo suonare li, quindi mi sento molto eccitato e felice. Stiamo lavorando col nostro team sul discorso dei live e non vedo l'ora di avere qualche tour pronto da fare. Ma, al momento, non posso confermare niente.


Verrai in Italia?
Oh, lo spero! L'estate scorsa sono stato a Orvieto, ed è stato magnifico! Quindi vorrei davvero suonarci in futuro.


Ora che stai iniziando a fare i primi passi in questo mondo, hai un sogno che vorresti si avverasse? Come una collaborazione con qualche artista, o un progetto speciale?
Onestamente non penso molto alle collaborazioni, ma se dovessi scegliere credo che sarebbe magnifico collaborare con James Blake, Vallis Alps e Japanese Wallpapaer. Solo per dirne alcuni.


Hai qualche consiglio per chi inizia una band adesso?
Semplicemente, continuate a creare e imparare, non ci sono regole quando si parla di creare, e se per voi suona bene continuate a farlo. Non lasciate che l'imperfezione vi fermi. E, ultimo ma non meno importante, non fatelo per piacere agli altri, fatelo per voi stessi.

axel flovent, interviste

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