Nightguide intervista Riccardo Onori
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16/09/2018 | valentina-ceccatelli
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Riccardo Onori è la chitarra di artisti come Jovanotti, Diaframma, Vasco Brondi, Mike Patton e Bollani: la curiosità di sentirlo suonare in un disco tutto suo era tanta, ma siamo stati accontentati: Sonoristan è un'utopia di forma circolare, un mondo senza confini in cui tutti sono benvenuti e non esiste nemmeno il concetto di essere clandestini. Ci siamo fatti raccontare il disco dal suo creatore.
Sonoristan è il tuo primo disco solista, ed è anche il nome di un paese immaginario dove non serve permesso di soggiorno e tutti suonano e collaborano: vista la situazione attuale come vedi la realizzazione di un vero Sonoristan?
Un'utopia bellissima!!! Io non sono adatto a parlare di politica,ma capisco che le cose stanno degenerando,ne sono dispiaciuto perché ho sempre pensato che la ricchezza sia la diversità,io sulla mia pelle ho imparato tantissime cose da persone di ogni parte del mondo. La fortuna che ho avuto nel viaggiare tanto e avere la possibilità di conoscere tanta gente mi ha dato anche la consapevolezza che ogni persona è una fonte di ricchezza. Poi è ovvio che non tutte le persone mi stanno simpatiche,ma questo non dipende mai dalla loro etnia.
Puoi dirci qualcosa sul disco? Come mai hai deciso di uscire con un progetto solista, e perchè proprio ora?
Non sono mai stato un buon manager di me stesso,ho sempre titubato nel fare un progetto mio perché ho sempre pensato che non mi sarei mai accontentato di fare un disco dimostrativo,come tanti musicisti bravissimi fanno. Ho sempre avuto il piacere di collaborare con grandi personaggi della musica,mi sono tolto tante soddisfazioni al fianco loro. Adesso mi trovo in una situazione molto rilassata per quanto riguarda il mio progetto, so che l'ho fatto perché avevo finalmente la necessità di dire delle cose.
Tutto il mio lavoro è sempre partito dall'esigenza di comunicare.
Sonoristan pare venire da un sacco di paesi, quali sono state le tue influenze maggiori?
Direi che bisogna partire assolutamente dagli Stati Uniti,il blues,il jazz e anche il rock'n'roll,sono sicuramente le musiche che mi hanno formato.
Ho fatto un percorso a ritroso,cercavo le origini di un genere o di un'altro. In questo momento sono appassionato alla musica africana,sento li le origini di tutte le musiche che amo.
In questo disco ci sono collaborazioni celebri, come Hindi Zahra, Mudimbi e molti altri: come hai organizzato tutto questo?
Non è stata semplicissima l'organizzazione,ho dovuto avere pazienza,ma le cose per molti aspetti si sono allineate. Certi incastri sono nati da soli, mi stupisco ancora oggi di sentire tutti questi artisti nel mio disco.
Hai suonato nei Diaframma, con Bollani, Jovanotti, Le Luci della centrale elettrica e Mike Patton: c'è qualcosa che ti è rimasto particolarmente impresso in mente? Com'è suonare con così tanti artisti diversi?
Ogni artista mi ha dato tantissimo,ogni esperienza è stata fondamentale per la mia crescita...amo l'intelligenza e facilità di comunicazione di Jovanotti,amo l'umiltà di un personaggio apparentemente scomodo come Mike Patton, amo la genialità assoluta di Bollani, amo la poetica di Vasco Brondi..Insomma, sono stato veramente molto fortunato.
Riesci a dirci i tuoi tre album preferiti in assoluto?
Una domanda molto difficile,non mi basterebbero 100 titoli...ci provo sparando senza pensare tanto,questo significa che forse domani ne scriverei altri.
Paul simon - Graceland
Miles Davis - Kind of blue
Radiohead - Ok computer
Hai qualche consiglio per chi inizia a suonare adesso?
Mi sento di dire solo una cosa: oggi è facile fare musica con i software, ma alla fine è un po' pilotata dai software stessi. L'unico antidoto è ascoltare un sacco di musica diversa,non soffermarsi solo a quello che viene proposto,ma andare a cercare..e oggi è anche più facile. La curiosità è fondamentale.
Sonoristan è il tuo primo disco solista, ed è anche il nome di un paese immaginario dove non serve permesso di soggiorno e tutti suonano e collaborano: vista la situazione attuale come vedi la realizzazione di un vero Sonoristan?
Un'utopia bellissima!!! Io non sono adatto a parlare di politica,ma capisco che le cose stanno degenerando,ne sono dispiaciuto perché ho sempre pensato che la ricchezza sia la diversità,io sulla mia pelle ho imparato tantissime cose da persone di ogni parte del mondo. La fortuna che ho avuto nel viaggiare tanto e avere la possibilità di conoscere tanta gente mi ha dato anche la consapevolezza che ogni persona è una fonte di ricchezza. Poi è ovvio che non tutte le persone mi stanno simpatiche,ma questo non dipende mai dalla loro etnia.
Puoi dirci qualcosa sul disco? Come mai hai deciso di uscire con un progetto solista, e perchè proprio ora?
Non sono mai stato un buon manager di me stesso,ho sempre titubato nel fare un progetto mio perché ho sempre pensato che non mi sarei mai accontentato di fare un disco dimostrativo,come tanti musicisti bravissimi fanno. Ho sempre avuto il piacere di collaborare con grandi personaggi della musica,mi sono tolto tante soddisfazioni al fianco loro. Adesso mi trovo in una situazione molto rilassata per quanto riguarda il mio progetto, so che l'ho fatto perché avevo finalmente la necessità di dire delle cose.
Tutto il mio lavoro è sempre partito dall'esigenza di comunicare.
Sonoristan pare venire da un sacco di paesi, quali sono state le tue influenze maggiori?
Direi che bisogna partire assolutamente dagli Stati Uniti,il blues,il jazz e anche il rock'n'roll,sono sicuramente le musiche che mi hanno formato.
Ho fatto un percorso a ritroso,cercavo le origini di un genere o di un'altro. In questo momento sono appassionato alla musica africana,sento li le origini di tutte le musiche che amo.
In questo disco ci sono collaborazioni celebri, come Hindi Zahra, Mudimbi e molti altri: come hai organizzato tutto questo?
Non è stata semplicissima l'organizzazione,ho dovuto avere pazienza,ma le cose per molti aspetti si sono allineate. Certi incastri sono nati da soli, mi stupisco ancora oggi di sentire tutti questi artisti nel mio disco.
Hai suonato nei Diaframma, con Bollani, Jovanotti, Le Luci della centrale elettrica e Mike Patton: c'è qualcosa che ti è rimasto particolarmente impresso in mente? Com'è suonare con così tanti artisti diversi?
Ogni artista mi ha dato tantissimo,ogni esperienza è stata fondamentale per la mia crescita...amo l'intelligenza e facilità di comunicazione di Jovanotti,amo l'umiltà di un personaggio apparentemente scomodo come Mike Patton, amo la genialità assoluta di Bollani, amo la poetica di Vasco Brondi..Insomma, sono stato veramente molto fortunato.
Riesci a dirci i tuoi tre album preferiti in assoluto?
Una domanda molto difficile,non mi basterebbero 100 titoli...ci provo sparando senza pensare tanto,questo significa che forse domani ne scriverei altri.
Paul simon - Graceland
Miles Davis - Kind of blue
Radiohead - Ok computer
Hai qualche consiglio per chi inizia a suonare adesso?
Mi sento di dire solo una cosa: oggi è facile fare musica con i software, ma alla fine è un po' pilotata dai software stessi. L'unico antidoto è ascoltare un sacco di musica diversa,non soffermarsi solo a quello che viene proposto,ma andare a cercare..e oggi è anche più facile. La curiosità è fondamentale.
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