Nightguide intervista Edo Avi

Nightguide intervista Edo Avi

“Dimmi dove sei” è il nuovo singolo di Edo Avi. Un brano che si configura come un excursus narrativo profondo ed intenso condito da un sound che richiama le frizzanti dinamiche del pop: l'assenza di qualcosa o di qualcuno, l'inquietudine e lo scorrere del tempo emergono attraverso un testo malinconico sdrammatizzato da un arrangiamento pop fresco ed arioso.
Nightguide lo ha intervistato per voi. br />


Ciao Edo, come prima domanda ti vorrei chiedere come sta andando questa tua carriera solista, dopo l'esperienza dei The Chain.
I Chain erano una mia “creatura” diciamo, ero il cantante, il chitarrista, scrivevo i brani e curavo gli arrangiamenti quindi in realtà credo si possa parlare di un'unica esperienza, del naturale proseguimento del mio percorso artistico che comunque in effetti  è molto cambiato perché quando ho iniziato la carriera solista mi sono concentrato quasi completamente sulla composizione e la produzione delle canzoni ed ho invece quasi abbandonato l'attività live, complice anche un problema di salute ormai risolto.
Il mio è diventato un cammino solitario su strade poco frequentate che mi ha portato ad indagare a
fondo la mia personalità musicale. Devo dire comunque che il “gruppo” qualche volta mi manca...

Come nasce il tuo quarto album, ''Lontano da qui''?
Nasce di “pancia” come tutti i miei album, come tutte le mie canzoni. Scrivo senza un tema stabilito a priori, aspetto la canzone e lascio affiorare emozioni e stati d'animo. Le canzoni di "Lontano da qui" nascono da uno stato d'animo altalenante fra la disillusione ed il bisogno di continuare a sognare, fra la stanchezza di certi momenti e il ritrovato entusiasmo di altri... l'impossibilità di fermarsi.
A differenza dell'album precedente che parla più o meno dello stesso argomento in questo ho un atteggiamento più positivo ed il tema del sogno prevale.
Il tuo brano preferito del disco?
E' il brano che ho scelto come singolo, ovvero "Dimmi dove sei". Non è uno dei miei brani preferiti quando li suono con la sola chitarra. Prima di iniziare le registrazioni pensavo che il singolo sarebbe stato"Sogni" oppure "Portami fuori da qui" ma la produzione gli ha dato un valore aggiunto.
Com'è stato registrare negli Stati Uniti?
La mia presenza fisica non è stata necessaria. Ho avuto una collaborazione on-line avvalendomi delle grandi opportunità che oggi vengono offerte dalla rete a dalle tecnologie e la voce è stata l'unico strumento che ho registrato a Bolzano, dove vivo. Certo non essere presente in studio ha comportato alcune difficoltà e così la registrazione è durata quasi un anno, ma penso che essere lì non avrebbe cambiato di molto il risulato finale. Detto questo direi che ha fatto una grande differenza registrare a New York perchè l'approccio dei musicisti americani è molto diretto. Il disco è stato registrato praticamente live in studio con poche sovraincisioni. Ne è risultato un suono scarno e "sincero" e la qualità della registrazione è davvero
molto alta.

E come ci sei finito?
Durante il mio percorso solitario in cui ho lavorato sopratutto alla produzione dei brani nel mio home studio sono sempre stato alla ricerca di un modo in cui un musicista indipendente potesse riuscire ad ottenere
una produzione vicina a quelle degli artisti che dispongono di grandi mezzi, anche finanziari. Ho sempre sognato di poter registrare in un grande studio con degli ottimi musicisti e con questo disco questo sogno
si è in parte realizzato.

Domanda su sogni e aspirazioni. Quale sarebbe il palco che sogni di calcare e chi potrebbe essere l'artista con cui sogni di collaborare?
Un palco di fronte ad un pubblico molto numeroso (sorride). Gli artisti che sono stati i miei riferimenti e con i quali mi piacerebbe collaborare sono stranieri e molto famosi quindi non c'è proprio
possibilità (sorride). Ci sono comunque anche molti artisti italiani con cui collaborerei volentieri ma non mi viene in mente un nome in particolare. Non mi dispiacerebbe nemmeno dare una canzone ad un buon
interprete, ad esempio Renga. Ho una canzone perfetta per lui.

La musica italiana sembra a volte vivere una situazione di stallo; tu che ne pensi della congiuntura attuale? Cosa, di essa, ti piace e cosa non ti piace?
Io ho l'impressione che la musica italiana viva in una situazione di stallo da moltissimo tempo per la poca apertura della grosse case discografiche che preferiscono non rischiare con nuovi artisti.
Ci sono, secondo me pochi buoni autori ed un mucchio di interpreti che escono dai talent, che sono la cosa che mi piace meno. La cosa che mi piace è che mi sembra si stia riuscendo a creare una strada per la musica
indipendente.

Parlaci dei tuoi prossimi progetti.
In questi giorni si sta parlando della possibilità di fare un concerto con un'orchestra. Il progetto a medio termine più ambizioso invece è sicuramente il prossimo disco. Non sai mai se le canzoni arriveranno.

edo avi, intervista

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